Per le antiche scale

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Scena tratta da “Per le antiche scale”

Ma vi rendete conto che non ho ancora detto neanche una parola su Mauro Bolognini? Ma stiamo scherzando?

Ora, a parte gli scherzi, io personalmente non posso esimermi dal narrare le gesta di questo regista che in quanto a poliedricità non è secondo a nessuno, una continua poetica visiva accompagnata da una morale sempre in continuo mutamento, fanno del regista romano l’interprete perfetto della nascita di una raffinata ricerca social-audio-visiva; per inciso, Bolognini in gioventù ha girato anche dei film diciamo..”spinti”..faceva  a spallucce con Joe D’amato..vabbuò detto ciò, penso che anche il cosiddetto “cinema erotico” possa rientrare in una qualche sorta di arte del corpo come continuo messaggio di “passione sopita”..qualcosa che non ponga dei limiti costruiti sul perbenismo di facciata.

Per le antiche scale è la descrizione dell’uomo moderno, dove il sapore della carne ha parenti nella nostra sconosciuta mente, giace il seme della follia come una “coperta” che non fa trasparire quello che realmente può esser definito l’ inizio del male..le nostre paure miste a sofferenze, ed è per questo che il Professor Bonaccorsi, interpretato da quel belloccio del Mastroianni, si incaponisce nel tentare di scoprire da dove nasca questa follia umana che rende l’uomo non più capace di badare a se stesso, agli altri, di non poter vivere fuori da quelle quattro mura del manicomio dorato, dove il sudore umano diviene un pianto corporale, una richiesta di aiuto, l’ultima spiaggia del senno..qualcosa che si è perso all’improvviso..scatta così una molla viscerale, come si fa a descrivere la follia umana? Cazzo non è possibile essere “diversamente normali”? La pazzia non potrebbe essere semplicemente un’ altra/era normalità? Lo so vaneggio..oppure no..oppure è vero che si definisce folle il gesto di colui che ha fatto ciò che noi non avremmo mai compiuto? Le mie ricerche vertono più verso il sociale, come ho spesso detto sono indagini che cercano di coprire un vasto campo di situazioni e avvenimenti, la psiche umana l’ho sempre reputata qualcosa al di là della mia portata, scoprire il germe della follia insito nella nostra bella capoccia..la presunzione è tanta, nata con l’ignoranza del sapere umano, con l’alterigia della scienza che si è spacciata per arte, ha confuso le parti..ed ora c’è chi gioca con la nostra mente e tira ad indovinare se va bene o meno..spesso ribadisco che i miei sono giudizi alquanto estremi e perchè no..anche un po avventati..a me viene sempre da parlare con il cuore in mano..so’ fatt accussì..

Il film diretto nel ’75, riprende il tema dal romanzo omonimo di Mario Tobino del ’72, i film di Bolognini per chi non lo sapesse sono grandissimi film d’autore, a parte il momento soft core iniziale e qualche “scivolone” che oggettivamente ci può anche stare per uno che ha diretto più di 40 film..nella vita è bello anche sbagliare no? ..è una delle poche cose che ci rende ancora esseri umani..

Consiglio di vedere in successione: Per le antiche scale, Libera amore mio e Metello con quel mattacchione di Massimo Ranieri..del film ho detto poco e lo sapete già perchè..la cosa importante è vederlo, io diciamo che vi do una “spintarella virtuale”..detto ciò consiglio a tutti di andare a vedere al cinema..ma pur’ a cas’..: “12 anni schiavo” film di Steve McQueen, merita..almeno credo..alla prossima..grazie a tutti!

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